La prima legge di revisione normativa ordinamentale del 2021 approva delle modifiche riguardanti l’attività venatoria che rappresentano l’ennesima forzatura e causeranno ulteriori costi ai cittadini e ai cacciatori. Nella stessa giornata l’aula consiliare approva il provvedimento sui valichi montani per porre rimedio a un altro pasticcio
“Ancora una volta la maggioranza che governa Regione Lombardia compie l’ennesima forzatura e l’ennesima brutta figura che costerà cara ai cittadini e ai cacciatori” così il capodelegazione dem in commissione Agricoltura Matteo Piloni commenta l’esito del voto, oggi in consiglio regionale, degli articoli riguardanti l’attività venatoria, durante la discussione della legge di revisione normativa ordinamentale.
“Nonostante il parere sfavorevole della giunta in commissione e nonostante gli emendamenti delle minoranze a voto segreto, oggi in aula consiliare sono passate due proposte di modifica sul recupero della fauna selvatica (per un solo voto) e sull’abolizione della banca dati dei richiami vivi che non dovevano proprio passare – fa sapere Piloni che spiega – In un articolo si vanno a modificare le modalità di recupero dei capi dopo l’abbattimento da parte del cacciatore: la segnatura, secondo la nuova formulazione, può ora avvenire anche a capo recuperato. Si tratta di una dicitura che era stata già bocciata dalla Corte costituzionale nel 2019 con la sentenza 291 e che ora si reintroduce con lo stesso identico testo e con il rischio certo di andare incontro a una nuova bocciatura, questa volta anche con un’aggravante. Insomma, una nuova causa già persa in partenza, con salate spese legali che dovrebbero essere pagate da quei consiglieri che hanno votato queste modifiche”.
“Un altro articolo molto controverso è quello che abolisce la banca dati dei richiami vivi che era stata istituita con un impegno nei confronti dell’Unione Europea e che aveva permesso in un primo momento di ottenere la riapertura dei roccoli – prosegue Piloni – si trattava comunque di uno strumento di monitoraggio da parte di Regione Lombardia che consentiva la conoscenza del patrimonio dei richiami vivi. Un’altra forzatura che creerà, ancora una volta, altri problemi”.
“Siamo riusciti, invece, a far approvare un nostro emendamento che estende fino a 10 anni la durata delle autorizzazioni per allenamento e addestramento cani” aggiunge Piloni, ricordando che comunque “ancora oggi la nostra regione non ha un piano faunistico venatorio”.
“E per rimanere in tema, sempre a proposito di regole e forzature – conclude Piloni – la Regione oggi metterà una pezza obbligata a un buco creato dalla stessa sua giunta, votando un atto amministrativo con cui sono stati individuati, provincia per provincia, i valichi montani dove non è possibile esercitare l’attività venatoria, in ottemperanza alla sentenza del Tar del novembre scorso che aveva condannato l’inadempienza di Regione Lombardia per aver ignorato le regole sulla fauna migratoria e aver permesso la caccia dove non era consentita”.
Milano, 18 maggio 2021