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Matteo Piloni e Carmela Rozza in merito all’approvazione di una risoluzione sull’assistente infermiere

ASSISTENTE INFERMIERE, PILONI E ROZZA (PD): “IN LOMBARDIA FUNZIONI LIMITATE E DIVIETO DI SOSTITUIRE L’INFERMIERE LAUREATO”

È stata approvata oggi in Consiglio regionale una risoluzione sulla figura dell’assistente infermiere, proposta dal gruppo regionale del Pd e frutto di un lavoro bipartisan.

“Una figura sbagliata persino nella denominazione, che crea confusione nei reparti con l’infermiere laureato, e per questo chiediamo al Governo di cambiarla – spiegano i consiglieri Matteo Piloni e la proponente, nonché cofirmataria, Carmela Rozza -. Una figura che non porterà un solo professionista in più in corsia, non attrarrà alcun giovane, anzi mortificherà ancora una volta la professione”.

“La risoluzione – rimarcano i dem – è nata per limitare i danni di un provvedimento nazionale, su cui la nostra valutazione resta molto critica. Ancora una volta si mortifica la professione”.

“La nuova figura – spiega Piloni – è un’evoluzione dell’operatore sociosanitario, il cosiddetto Oss, che consegue la qualifica a seguito di un ulteriore percorso formativo. É stata istituita il giugno scorso dal Governo, con l’intento di rimediare alla ormai cronica mancanza di professionisti, ma in realtà non rappresenta una soluzione, anzi rischia di peggiorare lo stato delle cose.

“Con questo documento – prosegue – abbiamo voluto stabilire che l’assistente infermiere non può e non deve sostituire l’infermiere laureato, perché non ne ha le competenze. Non risponde alla carenza di professionisti e non valorizza la professione né sul piano economico né su quello degli avanzamenti di carriera, rendendola ancora meno attrattiva per i giovani. Nei nostri territori, in particolare nell’Oglio Po e nel Cremasco, serve invece puntare sull’attrattività, anche attraverso strumenti di welfare aziendale”.

La risoluzione approvata oggi delimita le funzioni dell’assistente infermiere, evitando sovrapposizioni di ruoli e definendo un profilo chiaro, con competenze specifiche nel sistema della cura e dell’assistenza. Stabilisce inoltre che, vista la formazione sociosanitaria maturata come Oss, questa figura operi prioritariamente nei servizi territoriali, negli enti sociosanitari e con pazienti cronici o fragili, non con pazienti acuti. Ogni Asst dovrà definire con precisione i limiti di azione.

Infine, la formazione dovrà prevedere un numero di ore superiore a quello stabilito a livello nazionale ed essere affidata a Polis, evitando strutture private non certificate e fuori dal controllo regionale.

Milano, 18 novembre 2025

PD Regione Lombardia