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Aprire la possibilità di esercitare la professione di medici di base anche ai laureati che non hanno la specializzazione, ma hanno già prestato servizio all’estero o in strutture private o negli ospedali per tre anni. A proporlo è il consigliere regionale Jacopo Scandella (Pd) a seguito dell’allarme  lanciato dall’Ats di Bergamo per la grave carenza di medici di famiglia.

“È una situazione straordinaria- sottolinea Scandella- che necessita di misure straordinarie e urgenti. Per i medici di base è allarme rosso e questo, date le condizioni della nostra provincia a seguito dell’emergenza covid, non è sostenibile. La necessità è recuperare al più presto  medici di base ovunque sia possibile. Oltre agli specializzandi in medicina generale, potrebbero essere impiegati quelli che, pur non avendo la specializzazione, hanno già operato in strutture pubbliche e private in Italia e all’estero per almeno tre anni. La necessità è anche quella di affiancare  ai medici di base una rete di infermieri di famiglia capaci di mantenere un rapporto costante con i pazienti e offrire quel supporto e quella vicinanza, anche a livello di cure domiciliari, indispensabili con o senza emergenza. I soldi ci sono, a partire dai 427 milioni di euro stanziati dal governo per la Lombardia. Bisogna fare tutto il possibile per non lasciare scoperti interi territori, soprattutto con l’avvicinarsi di un autunno in cui dovremo tenere l’attenzione altissima”.

Milano, 21 luglio 2020

 

PD Regione Lombardia