La legge regionale che regolamenta gli agriturismi è la 31 del 2008 ed è la normativa quadro sull’agricoltura. Sì, perché un agriturismo è un’azienda agricola che, ad integrazione dell’attività principale, offre anche un’esperienza turistica e gastronomica incentrata sulla realtà rurale. Per le aziende agricole è anche un modo per valorizzare i propri prodotti, recuperare le proprie strutture e ovviamente anche integrare gli introiti. Siccome questa forma di attività ricettiva aiuta a sostenere e mantenere il mondo agricolo, gode di un trattamento fiscale di favore rispetto alle attività ricettive e della ristorazione propriamente dette. Quindi gli agriturismi hanno anche dei limiti, e non solo devono offrire pasti cucinati con i prodotti dell’azienda in quota significativa, ma hanno anche limiti dimensionali che garantiscono che l’agriturismo sia un’integrazione rispetto all’attività agricola e non il contrario.
Oggi la Regione vuole elevare queste soglie in modo significativo: se la proposta di modifica della legge voluta dall’assessore Rolfi sarà approvata dal Consiglio regionale un agriturismo potrà servire fino a 300 pasti al giorno, da 160 che sono oggi, e potrà ospitare per la notte fino a 120 ospiti, da un massimo di 60 consentiti dalla norma attuale. Numeri da albergo e ristorante di grandi dimensioni, non da tipica cascina lombarda. E la Lombardia ha già i numeri più alti! In Veneto, massimo 30 posti letto e 30 pasti al giorno; in Piemonte, massimo 35 posti letto di cui 10 bambini, più tre tende o tre caravan; in Emilia Romagna, massimo 12 camere e 50 pasti. Sono numeri ben diversi da quelli che la giunta regionale vuole far passare, attirandosi peraltro le critiche anche di Confcommercio Lombardia.
Il gruppo Pd annuncia battaglia: “Se passasse questa norma – dichiara Matteo Piloni – non potremmo certo più definirli agriturismi, ma ristoranti di medie dimensioni e allora dovrebbero anche sottostare alle stesse regole. Ci sarebbe concorrenza sleale e questo non sarebbe corretto nei confronti dei ristoratori e degli stessi agriturismi, che verrebbero snaturati. Noi chiederemo alla Regione di cancellare quella modifica”.
Redazione NovitàSettegiorniPD