TRENORD, ORSENIGO (PD): “SI SCRIVE ‘INDENNIZZO’, SI LEGGE ‘PRESA IN GIRO’. REGOLE SUL RIMBORSO AI PENDOLARI DA RIVEDERE ”
“Si scrive “indennizzo”. Si legge “presa in giro”. Dobbiamo assolutamente rivedere i criteri dell’indennizzo ai pendolari per i ritardi dei treni Trenord” a chiederlo è il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, a seguito dell’intervento di questa mattina in Commissione Trasporti dell’assessore Franco Lucente.
“La scelta di togliere il bonus ai pendolari Trenord – dichiara Orsenigo – è, per noi, sbagliata. Si potevano lasciare sia il bonus che l’indennizzo, come nel precedente contratto, ma si è scelto di limitare l’erogazione dei rimborsi, e cioè di risparmiare sulla pelle dei pendolari. Le linee che avrebbero avuto diritto al bonus con i vecchi criteri per il mese di gennaio sono 20 su 41, ma con il nuovo meccanismo, che prevede il conteggio dei ritardi sopra i 15 minuti, le linee sono ‘solo’ 3. Un risparmio notevole per Trenord e una beffa per i pendolari anche in provincia di Como se consideriamo che, per esempio, a settembre 2023 le linee comasche inaffidabili e in bonus erano quattro: la Chiasso-Como-Monza-Milano, la Lecco-Molteno-Como, la Como-Saronno-Milano e la Mariano/Camnago-Seveso-Milano. Con il nuovo sistema, i pendolari di queste linee non avrebbero, a oggi, diritto ad alcun indennizzo. A livello regionale, con il nuovo sistema, a fronte di 179 linee a bonus, solo 73 avrebbero meritato l’indennizzo nel 2023. Non potevano migliorare il servizio e quindi hanno cambiato le regole”.
“Ma non è finita qui- conclude Orsenigo – Il nuovo contratto prevede, nel caso di linee non dirette che superano i 15 minuti di ritardo, il riconoscimento dell’indennizzo solo per la tratta più lunga. In poche parole, se un pendolare deve cambiare treno per raggiungere Milano e la sua linea di partenza rientra tra quelle che danno diritto all’indennizzo ma quella più lunga no, ai fini del rimborso viene conteggiata quest’ultima e il pendolare perde il diritto all’indennizzo. Per questo oggi abbiamo chiesto all’assessore Lucente di rivedere questo meccanismo perverso che penalizza ulteriormente i già pochi pendolari che, dall’avvio del nuovo meccanismo, hanno diritto all’indennizzo”.
Milano, 18 aprile 2024