VALLACCHI (PD): “REGIONE SPIEGHI CHE NE SARÀ DEL REPARTO E DEL SERVIZIO DI DIALISI”
La fuga di medici e infermieri dai presidi ospedalieri dell’Asst Lodi, che metterebbe in crisi soprattutto il reparto di Nefrologia e dialisi, come si apprende da alcuni articoli usciti sulla stampa, è al centro di un’interrogazione a risposta scritta appena depositata da Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, e indirizzata all’assessore al Welfare Bertolaso.
“Le notizie che trapelano, mi lasciano particolarmente preoccupata. Per questo chiedo di conoscere la dotazione di posti letto e di personale sanitario in servizio nei reparti di Nefrologia e dialisi dei presidi ospedalieri di Lodi, Casalpusterlengo e Sant’Angelo, suddivisa per singola struttura, nelle annualità 2021, 2022 e 2023. Ma anche se è confermata la possibile esternalizzazione del servizio di dialisi. E con quali azioni si intendano garantire ai pazienti affetti da patologie renali prestazioni e un livello di accesso alle cure appropriati ad assicurarne il benessere, invertendo la rotta di un possibile depotenziamento del servizio”, spiega Vallacchi.
La consigliera Pd fa presente nell’atto che l’esodo sarebbe testimoniato “da quattordici lettere di dimissioni, presentate all’inizio di agosto dal personale medico, infermieristico e tecnico sanitario (anestesisti, medici di radiodiagnostica, nefrologi, medico urologo, medico di chirurgia generale, medico di medicina interna, microbiologo, fisico sanitario, tecnico di laboratorio), cui si sommano alcuni pensionamenti anticipati. Un turnover preoccupante per tutte le unità operative, ma la maggiore criticità sarebbe per Nefrologia e dialisi”.
Vallacchi ricorda anche che “un tempo il reparto era il fiore all’occhiello della rete ospedaliera del lodigiano, mentre oggi pare in fase di depotenziamento, con una riduzione di posti letto e di personale e una possibile esternalizzazione del servizio di dialisi, appunto. E il continuo avvicendamento di personale medico, ritmi e turni di lavoro elevati non aiutano, anzi, provocano inevitabili ricadute sulla qualità della cura offerta”.
Milano, 8 novembre 2023