“Siamo di fronte a un colpo di mano della destra, ad un vero e proprio bavaglio che impedisce ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanità lombarda. Forse perché conoscono già la risposta: perché una sanità in cui per curarsi si è costretti a pagare, non è una sanità che funziona. Quanto avvenuto è un atto di violenta e arrogante debolezza che non crediamo abbia precedenti in nessun consiglio regionale d’Italia. È evidente la volontà di non disturbare gli interessi di coloro che si arricchiscono grazie alle insostenibili liste di attesa della sanità pubblica. Noi continueremo a sostenere l’idea di una sanità pubblica e accessibile a tutti e lo faremo dentro e fuori dal Consiglio regionale”.
Lo dichiarano Pierfrancesco Majorino e Matteo Piloni, capogruppo e consigliere regionale PD della Lombardia, dopo che questa mattina l’assemblea, a maggioranza di centrodestra, ha votato un proprio ordine del giorno che dichiara l’inammissibilità dei tre quesiti referendari depositati a fine luglio da associazioni, sindacati e cittadini che miravano ad abrogare quelle parti della legge regionale sulla sanità che statuiscono la “equivalenza” e la “parità” tra la sanità privata e quella pubblica in Lombardia. Per protesta contro la decisione e, ancora prima, contro il metodo adottato dalla maggioranza di centrodestra, in particolare per non aver concesso al comitato referendario di controdedurre e per non avere ammesso nemmeno la richiesta della minoranza di sospendere la procedura e di aprire il dialogo con lo stesso comitato, Pd, Movimento 5 stelle, Patto Civico e Alleanza Verdi sinistra non hanno partecipato alla votazione, sollevando in Aula cartelli con scritto “la destra toglie la parola ai lombardi”, “Sulla tua salute decidono loro”, “la destra ha paura della voce dei lombardi”.
A questo link la foto della protesta in aula: https://we.tl/t-xOIWG6bZgM
Milano, 12 settembre 2023