REFERENDUM SANITÀ, DEL BONO E SCANDELLA (PD): NO A FORZATURE, LA PAROLA TORNI ALL’UFFICIO DI PRESIDENZA PER GIUDIZIO PIÙ PONDERATO
“Se l’Aula votasse l’inammissibilità dei referendum regionali abrogativi in merito al governo della sanità lombarda, in particolare al principio della equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata, si compirebbe una grave forzatura e auspichiamo che questo non accada, anzi, che la parola venga restituita all’Ufficio di presidenza che possa deliberare in modo più ponderato”.
Lo dichiarano in una nota Emilio Del Bono e Jacopo Scandella (PD), componenti di minoranza dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale con le cariche di vicepresidente e consigliere segretario. Nella seduta del Consiglio regionale di domani, martedì 12 settembre, stando all’ordine del giorno, i consiglieri saranno chiamati a votare a maggioranza in merito all’ammissibilità di tre quesiti referendari depositati da un comitato composto da associazioni, sindacati e cittadini che mirano ad abrogare alcune parti della legge sanitaria regionale laddove prevede la equivalenza e la parità tra la sanità pubblica e quella privata. Si è giunti al voto dell’Aula poiché l’ufficio di presidenza del Consiglio, riunitosi il 25 di agosto, non ha raggiunto l’unanimità in merito all’ammissibilità, con una spaccatura tra i componenti di maggioranza, contrari, e quelli di minoranza, favorevoli. Il comitato promotore ha scritto all’Ufficio di presidenza per chiedere di sospendere la procedura e di essere audito, come da legge regionale 34 del 1983, senza però alcun esito.
“L’Udp, vogliamo rimarcarlo, non è affatto concorde con la procedura adottata, che rischia di consegnare la valutazione di ammissibilità a ragioni politiche anziché a valutazioni meramente tecniche – continuano Del Bono e Scandella -. La Legge regionale, per quanto datata, indica un percorso procedurale che a nostro parere non è stato seguito, laddove prevede la convocazione del comitato promotore per una parziale o completa riformulazione dei quesiti in risposta ai rilievi di inammissibilità. È un meccanismo che la legge prevede esplicitamente, perché lo spirito della norma è quello di favorire la partecipazione attiva dei cittadini. Al di là del giudizio che si può avere nel merito e che non è oggetto di questo passaggio istituzionale, sia per il Consiglio che per il suo ufficio di presidenza rimane il dovere di rispettare la legge e il diritto dei cittadini a chiedere di esprimersi, anche con un referendum, sulla legislazione regionale”.
Milano, 11 settembre 2023