La cura degli anziani e delle persone anche solo parzialmente autosufficienti in Lombardia non funziona e va cambiato, introducendo un “case manager” in ognuna delle costituende case di comunità. Il suo compito? Seguire il percorso delle persone con fragilità, anziane o meno, per calibrare gli interventi necessari, insieme alla rete ospedaliera e alla rete di servizi sociosanitari, in base ai rispettivi gradi e forme di autonomia. È la proposta del Partito Democratico illustrata oggi nell’aula del Consiglio regionale, durante la maratona sanitaria che è giunta ormai all’ottavo giorno.
A fianco dei Case manager, il Pd propone di introdurre le unità territoriali infermieristiche (UTI), che in coordinamento con i medici di medicina generale e gli assistenti sociali garantiscano a domicilio alle persone non totalmente o per nulla autosufficienti le cure di cui necessitano.
“La libertà di scelta di cui si vanta il centrodestra della Lombardia è la solitudine di chi si trova a dover fronteggiare una fragilità e una mancanza di autonomia, magari improvvisa, dovuta a un incidente o a una malattia – spiega il consigliere Matteo Piloni -. In Lombardia la cura delle persone non pienamente autosufficienti è una giungla, capace di mandare in affanno le famiglie da un giorno all’altro, perché impossibilitate a trovare un aiuto e una risposta. Noi vogliamo che questo finisca, vogliamo in Lombardia un sistema coordinato e capillare, che tenga insieme il sistema sanitario con quello sociosanitario, per curare quell’immensa area grigia che vede convivere patologie e situazioni di disagio. Un “case manager” in ogni casa della comunità e l’istituzione delle unità territoriali infermieristiche, insieme a scelte di politiche sociali, come la riserva di una quota di case popolari, può realizzare una rete di protezione importantissima per queste persone e per le loro famiglie. È una proposta concreta e realizzabile, Moratti ci ascolti.”
Milano, 19 novembre 2021