RIFORMA SANITÀ: SCANDELLA (PD), “OGGI IN LOMBARDIA O PAGHI O NON TI CURI, IL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO È DERAGLIATO”
In Lombardia il 50% delle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche è erogato dalle strutture sanitarie private accreditate (ma già oltre il 60% nelle province di Bergamo, Como e Mantova), ed è un trend in continua crescita. Dalla metà degli anni ’90, in Lombardia, i posti letto negli ospedali pubblici sono dimezzati, mentre continuano a crescere quelli nel privato. Se nel privato vengono effettuati il 35% dei ricoveri, questi costano in media al servizio sanitario regionale 4.350 euro a fronte delle 3.450 euro del pubblico. È il frutto di scelte politiche chiare operate dalla Regione guidata prima da Formigoni, poi da Maroni e oggi da Fontana, spiega il consigliere regionale del Partito Democratico Jacopo Scandella durante il quarto giorno della maratona delle minoranze in Consiglio regionale per tentare di modificare la legge che governa la sanità lombarda.
“Io credo che un servizio, per essere pubblico, non debba per forza essere erogato dallo Stato, dalla Regione o da un Comune – dichiara il consigliere democratico -. Un servizio, per essere pubblico, deve essere accessibile a tutti, deve essere alla portata di tutti. In Lombardia, già con Formigoni, si è stabilita l’equivalenza tra la sanità pubblica e sanità privata, all’insegna della libertà di scelta ma oggi non c’è alcuna libertà per il cittadino, c’è l’obbligo di scegliere il privato a pagamento, perché nel sistema sanitario regionale non c’è posto se non a distanza di mesi e mesi. Quando tu non hai alternativa tra il pagare, a volte molti soldi, e il tenerti il tuo male, significa che il sistema è deragliato, non è più alla portata di tutti. E questo, in Lombardia, accade di continuo. Per una parte di cittadini, in una regione ricca, questo non è un problema insormontabile. Ma per tutti gli altri?”
“La scelta della riforma in discussione, firmata da Fontana e Moratti – continua Scandella – è di rinforzare l’equivalenza del privato con il pubblico, senza inserire alcun elemento di governo e programmazione. In Lombardia i privati sono liberi di scegliersi le prestazioni che il servizio sanitario regionale paga meglio, come le operazioni di artrodesi per curare l’ernia alla colonna vertebrale, mentre le prestazioni più richieste vengono lasciate al pubblico, che non ce la fa a soddisfarle tutte, spingendo di nuovo le persone a prenotare, a pagamento, presso i privati. Noi non chiediamo la luna, pretendiamo però che in ogni territorio pubblico e privato facciano innanzitutto ciò che serve, sulla base di un’analisi dei bisogni e di una programmazione dei servizi che li soddisfi. Non per fare innanzitutto ciò che rende, non per scegliere i pazienti e le prestazioni sulla base di ciò che è più remunerativo. Nella riforma c’è una sola riga che migliori questa situazione? Purtroppo no. Ed è per questo che siamo in Aula da quattro giorni a tentare di cambiare questa situazione.”
Il Pd, sul rapporto tra sanità pubblica e sanità privata, ha presentato numerosi emendamenti alla legge sanitaria in discussione in Aula, chiedendo che la Regione superi l’attuale sistema di remunerazione della sanità privata accreditata, e che venga data priorità ai bisogni di cura dei cittadini rispetto alle scelte di convenienza degli operatori privati.
Milano, 15 novembre 2021