Riforma sanità, Girelli: “Regione non ha capito la lezione della pandemia: nell’impianto manca la volontà di riaffermare il primato del sistema sanitario pubblico”
Mentre per la maggioranza dei lombardi dimenticare l’esperienza durissima e tragica della pandemia da Covid19 è quasi impossibile, lo stesso non vale evidentemente per chi guida Regione Lombardia. A riprova il testo di riforma della sanità lombarda che da oggi è in discussione nell’Aula del Consiglio Regionale. Trentacinque articoli, migliaia di ordini del giorno, circa duemila emendamenti. A fronte di un testo nel suo complesso debole, parziale, capace di recepire alcuni obblighi nazionali, ma non di affrontare i nodi veri. A partire dalla mancata volontà di riaffermare il primato del sistema sanitario pubblico, quale regolatore anche del privato e garante dei servizi.
Ma i temi aperti che non vengono affrontati, se non addirittura ignorati, riguardano i Medici “di famiglia” – ricominciamo a chiamarli così – liste d’attesa, costi di alcune prestazioni, presa in carico della cronicità, riabilitazione e lunga degenza, salute mentale, malattie rare, disabilità, ruolo dei Sindaci nel socio-sanitario.
E viene da pensare all’articolo 32 della nostra Costituzione, ai padri e madri costituenti, al Piano Sanitario Nazionale, a Tina Anselmi, al personale sanitario, ai volontari, alle associazioni di pazienti, agli amministratori locali, alle tante persone incontrate in questi anni e ai loro problemi. Viene da pensare alla tragedia del COVID, al dolore di tante famiglie, alla loro disperazione. Meritavano di più, meritavano il coraggio di un esame di coscienza, di un cambiamento, di un’assunzione di responsabilità per garantire davvero a tutte e tutti il diritto alla salute come fondamentale diritto universale.
In Aula come Partito Democratico diremo la nostra, proporremo, obbligheremo al confronto. Ma il vero e necessario cambiamento lo dobbiamo costruire fuori dall’Aula, fra le persone, per farci trovare pronti all’appuntamento del 2023.
Gianni Girelli
Presidente Commissione d’Inchiesta Covid19 di Regione Lombardia
Milano, 10 novembre 2021