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Siamo purtroppo di fronte a una vera e totale schizofrenia decisionale. Si prendono iniziative sulla pelle dei cittadini in base agli umori e non ai criteri scientifici. Il vero problema lombardo, oltre a quella mancanza di trasparenza sui dati e all’assenza di autorevolezza e serietà, è la sordità nei confronti delle richieste dei sindaci, coinvolti in prima linea nella lotta al Covid19. Fontana smetta dunque le polemiche sterili fornendo i dati e accogliendo, per esempio, la proposta di Del Bono sull’istituzione di zone subregionali per agire tempestivamente in caso di rialzo dei contagi.

Il sindaco di Brescia, infatti, per modulare restrizioni e provvedimenti antiCovid, ha infatti posto la questione seria della creazione di tre grandi aree – nord, Milano Monza e Brianza e Lombardia orientale –  un’opzione già prevista nel Dpcm. La Lombardia è sì la regione italiana più popolosa ma è anche molto eterogenea. Non possiamo non considerare che i territori montani e quelli agricoli non sono paragonabili a realtà più interconnesse e dinamiche. E la pandemia ha messo in luce con evidenza queste difformità. Per questo, senza cedere a facili soluzioni, si potrebbe provare a costruire un piano di contrasto al virus partendo dai dati epidemiologici di queste macroaree. Naturalmente, torniamo al solito tema: per essere efficaci servono numeri reali, precisi, aggiornati.

In quasi un anno di convivenza con la pandemia, quello che certamente ha contribuito a destabilizzare i lombardi è stato anche l’ambiguo atteggiamento di Fontana e della sua Giunta, ora nei confronti del Governo ora nei confronti dei sindaci. Credo sia giunto il momento di archiviare definitivamente la stagione dei rimpalli di responsabilità e delle tensioni. Anche perché le azioni di Regione Lombardia di queste ultime due settimane hanno davvero costruito un clima surreale, un mondo dove vale tutto e il contrario di tutto.

A riprova gli atti. Dopo le restrizioni del periodo natalizio, infatti, Fontana paventa il rischio di finire in zona rossa. Così l’8 gennaio il Presidente emette un documento che ordina “a decorrere dall’11 gennaio 2021 e fino al 24 gennaio 2021 le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado (IeFP) assicurano il ricorso alla didattica a distanza per il 100% della popolazione studentesca delle predette istituzioni”. Ma ragazzi e genitori si mobilitano. Attraverso il comitato “A scuola!” fanno ricorso al Tar che dà loro ragione. Intanto il Governo, con un nuovo Dpcm, inserisce la nostra regione in zona rossa. A questo punto Fontana cosa fa? Fornisce le cifre? Si allinea a Roma perché ha recepito il suo grido d’allarme sui contagi? Macché: presenta ricorso al Tar contro la decisione del Governo perché l’assegnazione della zona rossa viene definita “fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione”. E, non pago, schiera l’assessore Moratti in una battaglia dai toni surreali: la vicepresidente di Regione, a proposito dei tempi della distribuzione dei vaccini Anticovid, chiede di prendere in considerazione non solo fattori demografici e sanitari, ma anche economici come l’apporto al Pil.

Ecco, io credo sia davvero arrivato il momento di svoltare. I cittadini sono stanchi, provati, sofferenti. Alziamo il livello. Partiamo dai problemi veri e dalle soluzioni concrete.

Gianni Girelli
Presidente Commissione d’Inchiesta regionale Covid19

Milano, 19 gennaio 2021

PD Regione Lombardia