L’assessore Gallera esce di scena senza nemmeno un premio di consolazione. Tanti sono gli errori fatti durante la gestione della pandemia nella Regione più colpita d’Italia e d’Europa, ma a pesare è soprattutto l’impatto negativo sull’opinione pubblica percepito dalla Lega di Salvini. “La gente non distingue e pensa che Gallera sia della Lega!” pare si lamentassero nelle alte sfere del Carroccio, colpiti ormai non solo dalla rabbia di una parte dei cittadini, ma anche dall’ironia, affare assai insidioso, con cui molti comici hanno dileggiato sulle reti nazionali il duo, inscindibile, Fontana-Gallera. Crozza, Littizzetto e non solo, li hanno bersagliati per le gaffes e gli errori compiuti, mettendone in ridicolo l’inadeguatezza. Il rimpasto era nell’aria, i leghisti lo pretendevano, ma occorreva un incidente che si è materializzato domenica 3 gennaio sulle pagine della Stampa, nell’ennesima intervista all’assessore.
I fatti: il 27 dicembre la Regione fa il Vaccine-day, inoculando le prime preziose dosi dell’antidoto al Covid appena approvato dalle agenzie del farmaco europea e nazionale. Tutto bene, avviene in tutta Italia, non foss’altro che in parecchie altre regioni le vaccinazioni proseguono spedite anche nei giorni successivi, mentre in Lombardia languono. La Regione più colpita se la prende comoda, finendo ancora una volta sul banco degli imputati. La Stampa ne chiede conto a Gallera che alle critiche, preoccupate e legittime di cittadini e commentatori, oppone un argomento che tira in ballo, ingiustamente, i medici: molti sono in ferie e non li volevamo far rientrare solo per vaccinarli. Come se gli ospedali chiudessero per le vacanze natalizie. Scoppia il putiferio e, nel giro di poche ore, la Lega emette la sentenza contro Gallera: non rappresenta la Lombardia, scrive il capogruppo in Regione Roberto Anelli. “Ho concordato tutto con il presidente Fontana” replica Gallera, compiendo l’ultima, definitiva, gaffe. A quel punto, Fontana esce di scena – non parlerà per giorni – ed entra Salvini che annuncia il rimpasto. Gallera via dalla sanità, ma silurare solo lui sarebbe ammettere la sconfitta di tutti, Fontana in primis. Allora fuori anche due assessore leghiste facilmente sacrificabili – Silvia Piani, titolare delle deleghe alla famiglia e alle pari opportunità e Martina Cambiaghi, allo sport – per far entrare Alessandra Locatelli, già assessora e vicesindaco a Como dal 2017 al 2019 e poi ministra “balneare” per la famiglia nell’ultimo scampolo del governo gialloverde e Guido Guidesi, parlamentare dal 2018 e già sottosegretario nello stesso governo. Un colpo lo subisce anche l’assessore Stefano Bolognini che aveva collezionato brutte figure per le assegnazioni bloccate degli alloggi popolari e per il tentativo, scongiurato, di tagliare i contributi ai disabili più gravi: perde le deleghe “pesanti” a casa e disabilità e ottiene in cambio le più sfuggenti sviluppo della Città Metropolitana, giovani e comunicazione. Rimangono in sella gli altri assessori della Lega, da Caparini (bilancio) a Galli (cultura), ma gli equilibri ne escono stravolti.
“Il presidente Fontana appare come un uomo solo, sconfessato e commissariato dal suo leader e dalla presenza ingombrante della sua vice – commentano a caldo il segretario regionale Vinicio Peluffo e il capogruppo in Regione Fabio Pizzul -. Tutto questo, forse, non sarebbe successo se il governatore e la sua maggioranza a trazione leghista avessero cambiato rotta dieci mesi fa, quando glielo chiedevamo con forza, di fronte al disastro nelle RSA, della medicina territoriale, del mancato tracciamento e prevenzione. Oggi, forse, lo scenario sarebbe diverso e la Lombardia si sarebbe evitata tanti dei problemi esplosi durante la gestione della pandemia. Questo rimpasto è tardivo e non riuscirà a ridare smalto a una giunta regionale in grandissima difficoltà in cui cambiano alcuni nomi, tutti catapultati da fuori, ma vengono stravolte deleghe e assetti sulle partite strategiche, a partire dalla sanità e dall’assistenza sociale ma anche dello sviluppo economico, dell’istruzione e della casa. Siamo al crepuscolo di una giunta regionale che non ha saputo correggere i suoi stessi errori”.
RedazioneN7ggPd