Lombardia zona Rossa, una grande sconfitta per tutti noi, una doccia gelata sul territorio. Il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo commenta così le polemiche aperte dal presidente Fontana sulle decisioni del Governo. “Come è possibile- afferma Orsenigo- che il presidente Fontana tenti di gettare le colpe del suo governo su altri? La politica fatta di scarica barile non mi piace, men che meno in questo momento. Chi non ha fornito i dati dei contagi in modo trasparente, fatto indispensabile a prevenire il lockdown è stata proprio la Giunta regionale”.
“La stessa giunta- continua Orsenigo- che non ha messo in campo una programmazione adeguata per la fornitura e la somministrazione del vaccino antiinfluenzale, lasciando senza tutele medici, persone fragili e anziani. A questo proposito serve un sostegno vero per i medici di famiglia, come chiede giustamente il presidente dell’Ordine Gianluigi Spata. Non vanifichiamo la loro disponibilità. Nonostante le grandi difficoltà, i medici di famiglia si sono detti disponibili a collaborare. La Regione almeno ora non sia sorda di fronte a questo impegno, visto che già da tempo avrebbe dovuto mettere in atto una reale governance della medicina territoriale, in collaborazione con gli Ordini e le organizzazioni di categoria”.
“Anche i giovani sono penalizzati.- sottolinea Orsenigo- Privare i ragazzi della scuola in presenza, dello sport, delle attività culturali e sociali non significa privarli ‘solo’ della socialità, ma negare loro una formazione completa ed equilibrata, difficilmente recuperabile”.
Ma non solo. Non destinare fondi al potenziamento dei mezzi pubblici, come hanno fatto tante altre Regioni, vuol dire non tutelare i cittadini che devono viaggiare per necessità. Aggiunge Orsenigo
“Tutte queste azioni- conclude Orsenigo- sono in capo a Regione Lombardia che, fino a 15 giorni fa, sosteneva di voler ‘chiudere tutto’, ma di fatto poi non ha tutelato i cittadini. Siamo tutti amareggiati, la Lombardia merita una guida diversa, fatta di competenze e preparazione. Lo meritano i lombardi che non sono stati tutelati e che ora sono blindati. Per fortuna, questi provvedimenti hanno la durata di 15 giorni e potranno essere rivisti alla luce dei dati forniti dall’Istituto superiore di sanità. Nel frattempo, almeno per motivi di studio e lavoro anche autonomo , ci si potrà muovere tra Svizzera e Province di confine. I lavoratori frontalieri e coloro che si spostano per motivi di studio e per motivi sanitari possono oltrepassare la frontiera. È comunque sempre garantito il rientro all’indirizzo di residenza anche nelle zone rosse. Così come rimane il diritto di transito tra la Svizzera e le regioni italiane senza vincoli di mobilità”.
Milano, 5 novembre 2020