BOCCI (PD): “NEL LAVORO ANCHE IN LOMBARDIA TROPPA DIFFERENZA TRA DONNE E UOMINI”
Il 4 novembre è l’European Equal Pay Day, giornata simbolo, promossa dalla Comunità europea, che vuole evidenziare la persistenza della differenza retributiva tra uomini e donne. “Poiché le donne, in Europa, percepiscono mediamente il 16 per cento in meno dello stipendio degli uomini, è come se lavorassero gratis da oggi alla fine dell’anno”, commenta Paola Bocci, consigliera regionale del Pd e componente della IV Commissione Attività produttive.
“Anche in Lombardia persiste il gender Pay Gap, motivo per cui ho proposto un progetto di legge per la parità retributiva che contiene azioni concrete e articolate per superare il divario – fa sapere Bocci –. Nel testo ho previsto azioni per l’emersione del fenomeno, per il potenziamento della formazione tecnico-scientifica delle ragazze, interventi a sostegno di enti locali e reti di imprese che promuovano la parità di genere, fondi integrativi alla contribuzione previdenziale, alla formazione e all’aggiornamento. E l’istituzione di un Tavolo di lavoro permanente, partecipato da Regione Lombardia con tutti gli stakeholder, per sviluppare azioni di monitoraggio, verifica e promozione”.
La proposta della consigliera Pd parte da una considerazione: “Anche in Lombardia la frammentarietà dei percorsi lavorativi, l’occupazione in settori meno remunerati, l’impiego maggiore a part-time e l’abbandono del posto di lavoro in seguito alla maternità, sono tra i fattori generativi di questo squilibrio, con l’aggiunta di stereotipi e discriminazioni, che amplificano la condizione di disuguaglianza – spiega –. Tuttavia, la mia proposta risale a maggio 2019 e rimane ancora nel cassetto. Non sarebbe il momento di discuterne?”, si chiede retoricamente Bocci.
Oltre tutto, va tenuto conto che “la pandemia ha inciso, incide e inciderà sull’occupazione femminile, in qualità e quantità, riducendola ancora, con l’effetto di incrementare questo divario. È necessario attivare da subito strumenti preventivi e provvedimenti non estemporanei, ma interventi a sistema, coordinati tra tutti i livelli istituzionali, perché sia raggiunta la parità retributiva e per la piena valorizzazione delle donne nel mercato del lavoro anche lombardo – conclude Bocci –. Non perdiamo l’opportunità di esigere che gli investimenti derivanti dal Recovery Fund abbiano una equa ripartizione e siano davvero un sostegno concreto al lavoro delle donne, puntando sulla pianificazione e il potenziamento degli investimenti sulle infrastrutture sociali e sui servizi educativi alla prima infanzia, sui servizi di assistenza e cura, sulla valorizzazione e il sostegno all’imprenditoria femminile, sulla formazione delle donne in rientro al lavoro e sulla promozione di strumenti normativi, a tutti i livelli, perché ci sia una condivisione vera delle responsabilità di cura tra uomini e donne”.
Milano, 4 novembre 2020