LOMBARDIA: OPERAZIONE VERITÀ 🔎 ✅
La Regione doveva comperare le mascherine?
❌ Vero! 👉🏻 Le mascherine fanno parte dei Dispositivi di Protezione. Si tratta di un obbligo previsto nel Documento di Valutazione dei rischi in tutte le strutture sanitarie, a carico dei Direttori Generali di tutte le ASL e le Aziende Ospedaliere italiane, con eventuali sanzioni (art.18 lett. F del d.lgs.81/2008). Un obbligo che vale anche nei confronti dei medici convenzionati con il Sistema Sanitario nazionale
La Regione ha trascurato la sanità di territorio?
❌ VERO! 👉🏻 È stata la maggiore debolezza del sistema sanitario regionale. Per settimane i medici di medicina generale e i pediatri sono rimasti senza indicazioni e senza dispositivi di protezione e le ATS non sono state in grado di reggere l’ondata di persone con sintomi. Il controllo dei contatti delle persone infette, inesistente.
Solo dopo il decreto del Governo n. 14 del 9 marzo 2020 anche in Lombardia sono state attivate le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, USCA, che devono gestire a domicilio i pazienti Covid (dimessi dalle strutture ospedaliere o mai ricoverati) o con sintomatologia compatibile con il Sars-CoV-2. La normativa nazionale dispone che tali squadre debbano essere 1 ogni 50.000 abitanti. Per Regione Lombardia ne sarebbero quindi previste 200, ma a un mese e mezzo dalla pubblicazione del decreto siamo solo a 44.
La Regione ha fatto pochi tamponi?
❌ Vero! 👉🏻 Regione Lombardia, a differenza di altre regioni, ha deciso di non puntare sui tamponi come strategia per arrestare i contagi. Nonostante fosse la Regione più colpita, la Lombardia ha effettuato 172 tamponi per 10mila abitanti, il Veneto 334, l’Emilia-Romagna 204. Per le prime settimane a partire dal 21 febbraio i laboratori che processavano i tamponi erano solo tre, per una disposizione nazionale, con una capacità di qualche centinaio di test al giorno. Solo a partire dal 10 marzo la Regione ha iniziato ad autorizzare alcuni altri laboratori, tuttavia bisogna attendere aprile, quindi con notevole ritardo, perché si arrivi ad averne autorizzati 42, ma nel frattempo è intervenuta la carenza di reagenti a limitare il numero giornaliero. Regione Lombardia non si è attenuta alle disposizioni nazionali poiché l’indicazione, almeno dalla circolare ministeriale del 3 aprile, è di tamponare tutti i sanitari, gli operatori e gli ospiti delle strutture sociosanitarie, ma questo ancora non avviene.
I test sierologici sono una perdita di tempo?
❌ FALSO 👉🏻 I test sierologici sono necessari per poter riaprire con una conoscenza più puntuale della situazione epidemiologica, fermo restando che non sostituiscono i tamponi, che continuano ad essere fatti in numero insufficiente rispetto alle necessità . L’Istituto Superiore di Sanità , per bocca del presidente Brusaferro, ha stimato che solo un cittadino su dieci è venuto in contatto con Covid-19 e ne è oggi immune. Ciò significa che sarà importante individuare queste persone e, soprattutto, proteggere tutte le altre, con gli strumenti ora a disposizione: mascherine, distanza sociale e comportamenti igienico-sanitari adeguati e tampone.
La Regione non poteva istituire la zona rossa nella Bergamasca?
❌ FALSO 👉🏻 Non vi è argomento da parte della Regione per muovere contestazioni al Governo nazionale o ad altre autorità locali, come ammesso anche dall’assessore Gallera. Se la Lombardia riteneva che la creazione di nuove zone rosse andasse disposta prima, con riguardo all’intero territorio regionale o a singoli comuni, avrebbe potuto tranquillamente farlo, in piena autonomia, ma ha deciso di non decidere.
Il presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini ha provveduto in maniera autonoma a chiudere le attività produttive della provincia di Rimini e il comune di Medicina (BO).
L’ospedale in Fiera a Milano è vuoto, quindi è inutile spreco?
❌ IN BUONA PARTE Sì! 👇🏻
L’ospedale in Fiera è stata la risposta alla pandemia su cui la Regione Lombardia ha puntato maggiormente. Il reparto di terapia intensiva – questo è – costruito in Fiera è costato la cifra esorbitante di 21 milioni di euro, derivanti da donazioni private. Questi soldi potevano essere utilizzati per potenziare le terapie intensive di strutture sanitarie già attive e coinvolte nella gestione Covid, e le nuove apparecchiature sarebbero poi rimaste patrimonio dei diversi ospedali. Invece si è scelto di procedere con la ‘Fiera delle vanità ’ per dimostrare, in un momento di totale sbandamento, che la Regione era capace di mostrare i muscoli, di fare come in Cina, dove hanno costruito dal nulla un ospedale in pochi giorni. Ma l’ospedale in Fiera è nato con un grosso limite, noto da prima che la Regione decidesse di costruirlo: che la dotazione di personale medico e infermieristico necessaria a gestire i posti di terapia intensiva è molto elevata e che tutti i sanitari disponibili in Lombardia erano già in prima linea nei propri ospedali. Ci sarebbero stati i letti, ma non il personale per assistere i pazienti.
La Regione ha inviato gli infetti nelle case di riposo?
❌ DI FATTO Sì! 👉🏻 Ha chiesto accoglienza “volontaria” a strutture di cui poi doveva valutare l’accreditamento. Inoltre, ha obbligato RSA e centri diurni a rimanere aperti fino al 4 marzo e inviato indicazioni di comportamento verso gli ospiti solo a fine marzo.
La Regione è responsabile della situazione Pio Albergo Trivulzio?
❌ VERO! 👉🏻 Regione Lombardia svolge funzione di indirizzo e di gestione, attraverso il direttore generale nominato proprio da Regione Lombardia, seppure d’intesa con il Comune di Milano. L’azienda, che opera in ambito sociosanitario ed educativo, è sottoposta alla disciplina di cui al titolo II della legge regionale n.1 del 13/02/2003 e al relativo Regolamento regionale n.11 del 4/06/2003.
L’ATS autorizza le RSA al funzionamento, le accredita al Servizio sanitario regionale dopo aver verificato i requisiti strutturali e organizzativi, fa con loro un contratto economico e le remunera (29, 39, 49 o 52 euro al giorno a ospite in base alla complessità delle cure di cui necessita), e poi deve fare i controlli sia amministrativi sia gestionali.
La Regione si è dimenticata dei lavoratori in difficoltà ?
❌ VERO! 👉🏻 Regione Lombardia è stata una delle ultime a comunicare i flussi delle domande all’INPS e, ancora oggi, procede con una lentezza spropositata, tanto che, secondo i dati del presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, al 20 di aprile la Lombardia aveva inviato solo 37 domande, contro le 25.676 del Lazio, le 8.393 della Campania, le 1.900 della Liguria e le 1.355 dell’Emilia Romagna. Le procedure di caricamento delle domande sono eccessivamente burocratiche e, infatti, gran parte dei lavoratori lamenta ritardi nelle risposte e nell’ottenimento dell’accettazione della domanda inviata.
 La Regione non è pronta a ripartire?
❌ VERO! 👉🏻 Il cosiddetto piano Marshall non contiene una riga sulla sicurezza dei lavoratori per il ritorno sul posto di lavoro. Senza un serio piano di screening, di tracciamento e sorveglianza delle persone esposte e dei contatti delle persone che hanno contratto il Covid, Senza l’implementazione delle USCA al numero previsto dalle disposizioni governative (1 per 50mila abitanti, 200 in Lombardia anziché le 44 attuali), la necessaria ripartenza è a rischio. Manca, inoltre, la garanzia che tutti i lavoratori abbiano a disposizione i DPI e, ad oggi, registriamo un livello inadeguato e insufficiente di controlli da parte delle ATS delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
A tutto ciò va aggiunta l’assenza di formazione qualificata per gli operatori, il fatto che l’assessore Gallera continui a ribadire che gli asintomatici non sono contagiosi, nonché l’enorme responsabilità – in questi anni – di aver azzerato la sanità territoriale e spinto i pazienti negli ospedali senza una rete di assistenza della salute.