“Il nuovo sistema di assegnazione della case popolari costringe i cittadini bisognosi a partecipare a una riffa insensata per ogni bando che si apre, con perdita di tempo e di soldi. In questo modo, intanto, la Regione nasconde il bisogno abitativo, che rimane molto elevato”.
E’ duro il giudizio dei consiglieri regionali del PD Carmela Rozza e Matteo Piloni, in merito al nuovo regolamento regionale per l’assegnazione degli alloggi pubblici che è stato approvato in Consiglio regionale nel 2016 e, dopo una sperimentazione fallita, è entrato ufficialmente in vigore nel 2019.
Oggi sono attivi in Lombardia 22 bandi in 9 diverse province che vanno a scadenza tra il 31 ottobre e il 16 dicembre. In tutto, sono in assegnazione 813 alloggi di proprietà dei comuni e delle Aler.
“In provincia di Cremona – fanno sapere i consiglieri – è aperto un solo bando, in scadenza il 16 dicembre, per l’assegnazione di 50 alloggi localizzati nei comuni di Castelleone, Crema, Izano, Montodine, Offanengo, Pandino, Ripalta cremasca, Sergnano, Soncino, Trescore Cremasco, Vaiano Cremasco”.
“Il primo e grave effetto – spiegano i consiglieri – è che tutte le domande presentate in precedenza che componevano le diverse graduatorie, semplicemente decadono. Nell’ambito del cremasco, per il 2018, si parla di 484 domande che saranno cestinate. I cittadini bisognosi a cui non è stata assegnata la casa dovranno rifare la domanda, ripresentando tutta la documentazione e ripagando il bollo di 16 euro che per un cittadino in stato di indigenza non è cosa da poco”.
“Qualcuno avrà avvisato chi è in graduatoria che se non partecipa a un altro bando non avrà mai assegnato l’alloggio di cui ha bisogno? Se l’obiettivo dichiarato era la semplificazione, il risultato è l’esatto contrario, ma un risultato c’è – attaccano i consiglieri dem – che nessuno avrà più dati certi sul bisogno abitativo su cui impostare una qualsiasi programmazione: questo conviene alla propaganda della Lega in Regione, non certo ai cittadini bisognosi”.
Per meglio spiegare la situazione, i consiglieri riportano poi un caso esemplare, quello di Cinisello Balsamo, dove è stato aperto già il secondo bando con il nuovo regolamento e dove c’erano nel 2018 ben 886 domande pendenti: “Nel 2019 il comune ha fatto un primo bando per 9 alloggi, scaduto a luglio, e ha raccolto 149 domande. Ora è stato emesso un nuovo bando per altri 18 alloggi: i 140 cittadini che non hanno ottenuto l’assegnazione dovranno partecipare anche a questo, ripartendo da zero”.
“Questo metodo di assegnazione – concludono i consiglieri – è insensato e va cambiato, lasciando attive le graduatorie per almeno due anni e assegnando, man mano che gli alloggi si rendono disponibili, ai primi in graduatoria. In questa regione, comunque, il problema non è mai stato il metodo di assegnazione ma la cronica carenza di alloggi, aggravata dall’inefficienza della Regione che ancora oggi ha undicimila appartamenti vuoti”.
Milano, 30 ottobre 2019