“Sono molto interessanti i dati presentati da Afol Monza e Brianza relativi all’occupazione nel 2018. Se da una parte si conferma il ruolo importantissimo del lavoro in questa provincia e anche il fatto che il 2018 è stato un anno di ripresa, d’altro canto ci sono state fornite informazioni che indicano la necessità di fare approfondimenti e che ci consegnano una realtà non priva di fragilità che vanno superate”, è il commento di Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd, componente della IV Commissione Attività produttive e occupazione, al Rapporto annuale dell’Osservatorio del mercato del lavoro della provincia di Monza e Brianza, anno 2018, presentato stamattina con il titolo ‘Il sistema Brianza tra passato e futuro’.
“Tra i dati significativi mi preoccupa il saldo negativo dei contratti a tempo indeterminato. Un numero, cioè, che ci indica purtroppo un percorso di precarizzazione – continua Ponti –. Ancora più importante l’elemento che emerge dal rapporto che ci dice che l’occupazione si mantieni a buoni livelli ma le ore lavorative diminuiscono. Questo significa che ci sono situazioni che producono lavoro più povero e compensi meno importanti e che una quota di lavori in Brianza è, appunto, precaria”.
Per quanto riguarda poi il reddito di cittadinanza, “necessariamente bisogna incrociare il tema del lavoro con quello del welfare e dei servizi sociali, proprio perché va fatta una riflessione importante rispetto alle capacità di reddito collegate al lavoro – ragiona il consigliere Pd –. Se poi sotto l’aspetto formativo ci sono dei dati rassicuranti a proposito della dispersione scolastica, d’altro lato va detto che nelle scuole di formazione professionale, in Brianza, il 50% dei ragazzi formati hanno scelto l’indirizzo dell’estetica. Credo che bisognerà lavorare sull’orientamento e creare condizioni per dare un’offerta di una pluralità di profili, che arricchiscano maggiormente il patrimonio delle professioni in Brianza”.
Anche per questi motivi, secondo Ponti, “il ruolo delle Province è straordinariamente importante e va considerato che la rigidità della normativa di Regione Lombardia non favorisce una occasione di miglior gestione delle politiche attive sul territorio, che hanno bisogno di una rete di collaborazione forte con Province e Comuni”.
Milano, 23 maggio 2019