È in corso in questi giorni il primo grosso scandalo della giunta Fontana, l’ultimo di una serie di vicende che da anni scuote la Regione governata da Lega e Forza Italia. La procura di Milano ha portato agli arresti domiciliari il sottosegretario alla presidenza della Regione Fabio Altitonante, di Forza Italia, e in carcere il consigliere comunale di Milano, candidato alle europee e collaboratore del primo Pietro Tatarella. Corruzione e associazione a delinquere, perché a finanziarli occultamente ci sarebbe un imprenditore, Daniele D’Alfonso, che in cambio avrebbe ottenuto diversi appalti in una serie di partecipate da Milano a Varese. Su D’Alfonso pesa anche l’ombra della contiguità con personaggi della ‘ndrangheta.
Con Tatarella ed Altitonante è stato arrestato anche il capo occulto di Forza Italia in provincia di Varese, Gioacchino Caianiello detto Nino, una persona ufficialmente fuori dai giochi per via di una condanna per concussione ma in realtà in piena attività, tanto da poter determinare, o almeno avere parola, su carriere politiche, nomine in Regione e nelle partecipate e, attraverso i nominati, in grado di far assegnare appalti. Caianiello si intrattiene spesso telefonicamente con il presidente della Regione Attilio Fontana, con il quale, si legge nelle carte, discuterà all’indomani della vittoria anche gli assetti politici in Regione. Qui si inserisce la vicenda di Fontana, avvisato dalla Procura per il reato di abuso d’ufficio. Il presidente della Regione, trattando con Caianiello, gli avrebbe raccomandato il socio di studio legale Luca Marsico, consigliere uscente di Forza Italia non rieletto perché Caianiello avrebbe deciso di sostenere un altro candidato, effettivamente eletto al posto di Marsico: Angelo Palumbo. Caianiello propone a Fontana una soluzione: il governatore avrebbe dovuto nominare il capo di Afol Milano, l’agenzia per il lavoro, in Regione; al suo posto sarebbe andata un’altra persona indicata da Caianiello e Afol avrebbe assegnato a Marsico delle consulenze legali. Fontana persegue altre strade, ma Marsico ottiene un incarico in Regione (componente del Nucleo per la valutazione degli investimenti), una consulenza in FNM e, scrive il Fatto Quotidiano, anche una consulenza in un ospedale milanese.
Per l’incarico in Regione al socio di studio Fontana è ora ufficialmente indagato per abuso d’ufficio. Un reato decisamente minore rispetto a quelli contestati agli altri inquisiti ma è sul piano politico che il governatore non ne esce bene: “Quello che gli addebitiamo – spiega il capogruppo dem Fabio Pizzul – è la responsabilità politica nel non essere riuscito a tenere lontano dalla Regione Lombardia un sottobosco politico che pensavamo dovesse essere legato al passato e in realtà è molto presente. Spetterà alla magistratura fare chiarezza sull’eventuale rilevanza giudiziaria della posizione di Fontana, rimane il fatto che la discontinuità, la trasparenza e la correttezza assoluta che aveva promesso ai lombardi iniziando il suo mandato ormai appaiono molto, molto lontane”.
Il video della dichiarazione