Uno stabile di pregio, Palazzo Beretta, quello dell’ex Asl di corso Italia a Milano, venduto nel 2016 per 25 milioni di euro a Cassa depositi e prestiti e rivenduto dopo 6 mesi a 38 milioni di euro, una vicenda per la quale la Corte dei conti della Lombardia ha notificato un invito a dedurre al viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, già assessore al Bilancio della giunta regionale. Il danno erariale per la vendita dell’immobile è quantificato tra i 2 e i 13 milioni di euro, mentre quello per la locazione sarebbe pari a 9,5 milioni di euro.
E’ questa una delle vicende che coinvolgono la gestione immobiliare del patrimonio della Regione che da sola basterebbe a suscitare dubbi sull’oculatezza dell’’uso del denaro pubblico. Ma non è la sola.
Film Commission, società partecipata della Regione, ha acquistato un edificio a Cormano, per 800 mila euro, dopo che era stato acquistato pochi mesi prima per 400 mila euro dall’immobiliare Andromeda. Il tutto senza una verifica imparziale della congruità, del valore e degli interventi di riqualificazione. La cifra è stata versata in toto da subito, a titolo di caparra, anche se i lavori di ristrutturazione non erano neppure iniziati. Anche senza considerare il possibile conflitto di interesse che riguardava un consulente abituale di Film commission, che era anche liquidatore della società venditrice, le anomalie non finiscono qui. L’immobiliare Andromeda, con una liberatoria, è stata sgravata da ogni responsabilità riguardo la corretta realizzazione dei lavori e non deve rispondere in alcun modo dello stato dell’edificio e del collaudo degli impianti tecnologici. Tanto che il nuovo consiglio d’amministrazione della società, nominato dopo la vendita, si è dovuto assumere tutte le responsabilità e sostenere le spese per le certificazioni di sicurezza degli impianti e dell’edificio senza potersi rivalere sulla società da cui ha acquistato l’immobile.
Un’operazione, quella di Film Commission, definita “imprudente” dall’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli, intervenuto in Commissione, nel corso di un’audizione chiesta dal Partito democratico. Definizione che si commenta da sola e che fa capire che anche l’attuale giunta trova difficile difendere l’affair Film commission, come ci racconta qui Paola Bocci che in proposito aveva anche presentato un’interrogazione.
“Due esempi – commenta il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Fabio Pizzul – di quella che è chiamata da Regione Lombardia, gestione oculata del proprio patrimonio, degna di un buon padre di famiglia. Ma un buon padre di famiglia sprecherebbe così disinvoltamente il proprio denaro? Difficile da credere. Le due vicende più probabilmente provano l’inaffidabilità della Regione nella gestione del patrimonio dei lombardi. Ora chi mai le affiderebbe la gestione anche solo di un monolocale? ”
Ecco come Fabio Pizzul illustra entrambe le vicende: